SSD Caching: la mano silenziosa dell'SSD
Prima dell'avvento degli SSD i brand storici del settore Storage quale Seagate, Western Digital, Samsung, Toshiba e IBM-Fujitsu si davano battaglia con drive all'ultimo "giro" o con controller dotati di cache di maggiori dimensioni. Nel corso degli anni si è passati dai drive a 4200 rpm a quelli a 7200 rpm, per finire con velocità di rotazione di ben 10000 rpm, esclusivi dei Velociraptor di Western Digital in ambiente desktop, e raggiungendo i 15000 rpm in hard disk Enteprise. L'obiettivo è sempre stato quello di velocizzare sempre di più i tempi di accesso medi ai file o velocizzare il caricamento di sistema operativo o programmi. Negli ultimi anni ci sono state forti oscillazioni sui prezzi degli hard disk, ma dopo l'impennata dovuta alle inondazioni nel sud-est asiatico, ora è possibile acquistare hard disk da oltre 1 TB a poco meno di 80 €. L'avanzamento tecnologico degli hard disk non è stato però sufficiente a soddisfare la sempre maggiore mole di programmi che affollano i computer moderni, ed è così che da pochi anni abbiamo assistito ad un grande progresso e ad una grande diffusione degli SSD (Solid State Drive). Gli SSD, grazie all'adozione di memorie NAND Flash e controller ad alte prestazioni consentono di superare le limitazioni meccaniche degli hard disk, garantendo tempi di accesso e velocità di trasferimento talmente distanti dagli hard disk da rendere inutile una comparazione. Ad oggi gli SSD integrano NAND di vario tipo come le SLC, le MLC e le ultime TLC, che si distinguono per il numero di bit immagazzinati per ogni cella, e di conseguenza per capacità crescenti e longevità decrescenti.
Per sfruttare al meglio le prestazioni degli SSD i produttori di schede madri hanno integrato nuovi controller per garantire piena compatibilità ad essi. Dopo aver introdotto lo standard Sata 6Gb/s nel chipset P67, Intel ha proposto il primo chipset compatibile con la tecnologia SRT, acronimo di Smart Response Techology. La Smart Response Technology è gestita via software dall'Intel Rapid Storage Tecnhnology a partire dalla versione 10.5 e successive. Intel ha integrato la funzione di Smart Response in questi chipset per permettere di sfruttare le prestazioni e la cache di un SSD abbinato alla capacitià di storage degli Hard Disk tradizionali, in modo da garantire le massime prestazioni su tutto lo spazio di archiviazione disponibile. Il punto a favore della tecnologia SSD Caching risiede nel fatto che per sfruttarla a pieno basta un semplice SSD di taglio minimo di 20 GB senza limitazioni sul modello o brand. Ciò rende l'SSD Caching la migliore soluzione per chi non può permettersi un SSD per l'installazione di tutti i programmi o per chi semplicemente voglia velocizzare un computer che utilizza ancora Hard Disk meccanici, mantenendo l'elevata capacità di storage di questi ultimi.
I chipset proposti da Intel hanno dimostrato grandi prestazioni nella gestione di un singolo SSD, tuttavia la disponibilità di solo due porte Sata 6Gb/s e l'impossibilità di usare più di un SSD per il caching costituiscono una limitazione per gli utenti più esigenti. La tecnologia SRT è inoltre limitata a pochi chipset Intel. Tutti coloro che hanno piattaforme non compatibili con la nuova tecnologia SRT e che verosimilmente non sono disposti ad aggiornare il proprio sistema solo per ottenere l'SSD caching, dovranno orientarsi verso soluzioni di diverso tipo. La prima soluzione, più economica, è di tipo software e permette di utilizzare un comune SSD installato nel sistema come cache per gli hard disk. In passato abbiamo analizzato il software NVELO Dataplex, offerto in bundle in alcuni SSD dedicati espressamente all'SSD caching, come l'OCZ Synapse o il Corsair Accelerator. Sono soluzioni economiche che permettono di effettuare SSD caching sulla quasi totalità dei computer, a patto di avere il sistema operativo Windows 7.
Il prodotto recensito oggi, l'HighPoint RocketCache 3240x8, offre sicuramente qualcosa in più rispetto a queste soluzioni economiche ed è dedicato a tutti coloro che desiderano massimizzare le prestazioni del proprio sistema di storage, in modo flessibile e soprattutto con piena compatibilità a tutti i sistemi operativi più diffusi. E bene precisare fin da subito che il RocketCache non è pensato per velocizzare il vostro sistema operativo: il controller infatti non permette il boot da BIOS e pertanto potrà essere utilizzato soltanto per velocizzare il caricamento di programmi o di grandi quantità di dati, come pure per velocizzare le operazioni di rendering di video di grandi dimensioni. D'altra parte chi può permettersi l'acquisto di questo controller, potrà benissimo acquistare un SSD dedicato al sistema operativo, che offre in tutti i casi le migliori prestazioni assolute.